La Vita Segreta del Trifide


 

18ª Puntata: "L'inviato della Ingoia, Trangugia & Divora".

Ritirò finalmente la somma attesa, contò incredulo per tre volte la mazzettina di soldi che frusciavano tra i tentacoli e di fronte a tanta abbondanza si concesse un subitaneo raddoppio di calorie, si fece preparare da Cirillo una dodici stagioni pantagruelica con ingredienti a caso.
Non ci vedeva più dalla fame e non appena apparve il cameriere con quella preparazione mostruosa si gettò letteralmente sulla pizza (ma alcuni testimoni affermano che fu la pizza a gettarsi su di lui) e in pochi istanti tutto fini!
Nonostante la colluttazione, la pizzona ebbe la peggio, venne sopraffatta e assimilata senza scampo, ma si difese strenuamente.

 

Il Trifide al termine della cena, la 12 Stagioni di Cirillo è stata domata dopo una iniziale scaramuccia, resiste qualche sacca isolata di ingredienti ribelli, ma è questione di pochi minuti e saranno anche loro assimilati...

Il Trifidone ruttò di felicità perchè si rese conto che, dopo tanta fame, avere un bel gruzzolo in tasca gli permetteva lussi quasi inconcepibili e nelle ore seguenti, generoso come sempre, condivise tanto benessere anche con i suoi inseparabili amici: acquistarono una sciccosissima dentiera seminuova per Ayamanatara, fatta con denti di oritteropo pigmeo delle foreste del Borneo (in sostituzione di quella oramai consunta in denti di squalo comprata nel Buthan durante la fuga dal Tibet), prenotarono un piccolo lifting per le rughe di espressione di Anusak e tre balle di fieno nuove per l’appetito di Windy che muggiva di felicità.
Insomma, tutto pareva volgere al meglio alla corte del Trifide, tutto filava liscio come l'olio…ma qualcuno tramava nell'ombra! (ndt: e te pareva)

Ricorderete certo che, quando il nostro eroe uscì dal banco lotto, dopo aver denunciato la vincita della favolosa quaterna, l'ambiguo gestore aveva subito telefonato con fare mellifluo ad un misterioso numero…
Orbene, le nostre fonti bene informate ci hanno poi svelato come il numero altro non fosse se non il recapito universale galattico, “attivo 25 ore su 24” come recitava la pubblicità, dello “Studio Associato Ingoia, Trangugia e Divora, concessionario del Ministero per il Recupero dell'Evasione Fiscale”.

La signorile ed austera sede della "Ingoia, Trangugia & Divora", concessionaria del Ministero...         


Questo Ministero era una specie di Robin Hood al contrario che da sempre rubava il pane agli straccioni e lo donava ai nababbi che già nuotavano nell’oro e che non sapevano che farsene da tanto ne avevano, era il fiore all’occhiello del governo italiano.

Il gestore parlò per pochi istanti con poche parole in codice perchè da tempo stato reclutato come spia della I.T&D che lo aveva incastrato per via di alcune "lievissime manomissioni" alla macchinetta delle giocate del lotto che erano saltate fuori anni prima e che gli avevano consentito di intascare tutti i soldi delle giocate senza mai versare una lira di tasse.
Dal momento seguente a quella vile telefonata il destino del povero polipone parve segnato!


Nella paurosa sede della Trangugia & Divora infatti, un silenzioso, diabolico ed efficientissimo meccanismo di controllo si mise in moto incrociando i dati personali del Trifide, spulciando i redditi delle sue parentele fino al settimo grado, le spese degli ultimi 90 anni e la misura delle scarpe.
Il sistema poi aggiunse delle formule astruse, poi una addizionale preventiva, una consuntiva, una locale, una statale, una abissale, una per Natale, una per i falsi poveri, una per i veri ricchi e il tutto venne moltiplicato per 3,14.
Il computer sputò fuori il suo verdetto inappellabile, nelle stanze segrete una mano adunca strappò avidamente dalla stampante il responso che venne letto con soddisfazione, un dito premette un pulsante rosso sangue...

E fu così che, come e meglio di una missione lampo della SWAT, un inquietante figuro rappresentante della Ingoia,Trangugia & Divora si materializzò davanti al Trifide tre ore dopo la riscossione della somma vinta….

 

Gaetano Di Padova, perfido e corrotto funzionario della I.T.&D...

Quella specie di rapace ributtante si presentò con abile mossa facendo apparire fugacemente, come in una specie di parodia di un famoso saluto, una specie di tesserino che fece immediatamente scomparire in mezzo ad una nuvola di fumo senza nemmeno dare il tempo al Trifide di controllare i dati.

Esordì con una voce da vampiro - Sono Gaetano Di Padova e sono qui per un accertamento fiscale: secondo il nostro studio di settore la vostra azienda risulta avere un reddito presunto di 40 milioni l'anno, quindi dovete al fisco il 60% degli incassi come tassa anticipata, pagate?

Il Trifide divenne immediatamente paonazzo, balbettava a fatica...
- 40 mijoni di incassi? i nun l'agge visti mai! 24 mijoni di tasse anticipate e 'ndo li prendo? Lo scorso mese agge accattate solo 45 mila lire grazie a' e' paperelle... Vu' ve sbajate!

In preda alla disperazione tentava di convincere il perfido ed avido Di Padova che la situazione del suo “businisse” più che problematica era in realtà drammatica e al tempo stesso tentava di nascondere il fatto che un pò di soldi li aveva. Ma l'intruso fu inflessibile!

- Bamboccione, le tasse sono bellissime e pagare le tasse è una gioia - si interruppe per un'oscena e folle risata, poi riprese - ma un accomodamento ci sarebbe - e gli occhi gli si ridussero a due fessure che tutto dicevano, senza parlare.

Il Trifide lo guardò con una flebile speranza, anche lui ridusse a una fessura l’unico occhio che aveva col risultato di non vedere più una cippa di niente e al buio azzardò – dite, dite pure, tutto pur di non essere rovinato!

- Ci risulta come certo che voi avete incassato 4 milioni 121 mila 750 lire con un terno al lotto...

Il nostro eroe rispalancò subitaneamente l’occhio e allibì, quel corvaccio sapeva la cifra esatta fino all'ultima lira - E voi come lo sapete?
- So tutto io! Male, male nascondere allo Stato che vi è mamma, babbo, zio e soreta certi guadagni, non siete un buon figliolo... ma io vi dò una scappatoia: io mi prendo i quattro milioni, vi lascio gli spiccioli, vi rettifico lo studio di settore a zero lire di incassi e state a posto per un po’.

  Sorrise mellifluamente tirando le labbra e soffiando in faccia al polipone una nuvola di fumo pestilenziale...

A tutta la tragica scena aveva assistito sin dall'inizio il fido Anusak che non lasciava trasparire la minima emozione, rigido ed impassibile come una scultura nel burro, tipica dell'arte tibetana, sedeva in un angolo ed osservava con sguardo impenetrabile l'avido e corrotto funzionario...

Il Trifide a quel punto implorò, pianse verdi lacrime, si umiliò davanti al suo carnefice ma fu tutto inutile, quello, con l'avida mano protesa ad artiglio, attendeva che la bietola consegnasse la mazzetta.
Il nostro eroe rinunciò a lottare e con un sospiro depose quattro milioni nuovi fiammanti sul tavolo, che il perfido Di Padova fece abilmente sparire in una delle 35 tasche segrete della sua giacca da lavoro, gli diede la copia del salvacondotto fiscale, poi cainamente da pas suo girò il coltello nella piaga.

- Avete fatto la cosa giusta buon uomo, ora la vostra azienda ha reddito zero e potete stare tranquillo - Poi si rivolse con tono sprezzante al buon Anusak - Tu, servo, prendi il mio cappotto e aiutami a calzarlo, scattare! Probabilmente sei pure un extracomunitario senza permesso di soggiorno - e lo guardò odiosamente.

Anusak non proferì verbo, in un certo senso questo era anche meglio dato che il suo incomprensibile linguaggio lo capivano solo il Trifide e Dio Padre, e silenziosamente afferrò il cappotto in pregiatissima lana di guanaco biondo delle Ande ed aiutò il Di Padova a calzarlo con insolita premura. Gli aggiustò persino la cravatta e gli tolse cerimonioso la forfora dalle spalle con uno spazzolino da cesso adattato alla bisogna.

Il Trifide accasciato sul tavolo non prestava nessuna attenzione a quanto avveniva e si disinteressò all'uscita di scena dell'odiosa sanguisuga; era ormai nella disperazione più totale e mentre ripeteva come un disco rotto la frase "Sono rovinato, stavolta è davvero finita!" a malapena si accorse di un soffice tonfo. Percepiva la presenza del fido domestico ma aveva voglia di star solo, doveva mandarlo via, perchè non assistesse alla sua disperazione...

Dischiuse l'occhio lacrimoso e vide sul tavolo la mazzetta di denaro consegnata poco prima al perfido esattore, per un momento non capì la situazione, in realtà per capire qualcosa doveva attivare i due neuroni a contratto e non sempre Cip e Ciop avevano voglia di compiere lavoro straordinario, ma uno sguardo al viso pacatamente e serenamente sorridente di Anusak gli fece comprendere quanto era accaduto...

- Anusak, mio fedele Anusak, quando l'hai aiutato a calzare il cappotto... tu gli hai scippato il malloppo! Ahahahahahahahaha – e proruppe in una risata liberatoria.
- Padron trifoli lui uoma cativo e afido (ndt: intendeva “avido” non “pidocchio”), io fa rimedia di cose a posto, soldina servi a voi ke compri di manciare a familia di circo.

Il Trifide non commentò la cosa, in fondo anche Robin Hood rubava ai poveri per dare ai ricchi... cioè rubava ai ricchi per dare ai poveri... i due neuroni a contratto stavano circuitando... ed in effetti era difficile immaginare uno più povero del Bietolone  che con animo grato afferrò avidamente il denaro e lo fece sparire nel cassetto della scrivania. Poi, animo nobile e generoso lo riaprì, tolse una banconota da 10 sacchi e la porse ad Anusak con un gaio sorriso (il Trifide era ed è a tutt'oggi incapace di mantenere il malumore per più di dieci minuti e la sua indole gioconda lo riportava sempre al più assoluto e stolido ottimismo).

- Grazie Anusak sei davvero un amico, tieni compra qualcosa per te!

Insomma, nonostante tutto era ancora ricco e il Circo delle Zoccole avrebbe presto aperto i battenti sempre che fosse riuscito a dribblare anche la minaccia di Ciccio o'Recchione ma soprattutto quella ancora sconosciuta del misterioso Don Vito, che lo struffolo aveva definito “cattivo assai assai”.

Stava ancora rimuginando su questi due mariuoli quando Anusak si affacciò di nuovo, consegnandogli una lettera.

- Una lettera per me? Che bello! chi mi scrive? - e l'aprì molto incuriosito.

Era una lettera vergata a mano dal sedicente "Amministratore Rilegato" della ditta che produceva i Folpetto Aspiratutto® ,i leggendari aspirapolvere Veneti (vedi puntata 8) che, dopo i saluti ed i convenevoli d'uso, recitava:

 

"Ci risulta infine che lei detenga ancora un Folpetto Aspiratutto® invenduto che non ci ha restituito al momento della rescissione del contratto, pertanto le comunichiamo che riceverà visita di un nostro incaricato per ritirarlo...etc etc..."

Un Folpetto invenduto, ma come? Toh era convinto di averli piazzati tutti agli insorti di Montesecchio... ma forse era vero, probabilmente era rimasto sul carro all'epoca trainato dallo yak... poi ricordò di colpo e si diede una manata sulla testa rimanendo rincoglionito per almeno cinque minuti.

Ma certo! Quando aveva tentato di ripulire la casa del villico, quello che faceva il ricettatore di computer scassati, aveva cercato una presa di corrente per far funzionare il Folpetto e non trovandola aveva pulito a mano l'intera casa, ragnatele comprese, e per tutto il tempo la preziosa macchina era rimasta in mezzo alla sporcizia e quando finalmente era fuggito dalla casa del losco individuo Folpetto Aspiratutto® era talmente sudicio che dopo averlo caricato sul carro lo aveva lasciato lì.
Doveva assolutamente dargli una ripulita prima di riconsegnarlo all'incaricato della ditta, mica poteva fare di queste figure, avevano avuto tanta fiducia in lui…

Seguito dal fido Anusak il nostro eroe si avviò con passo deciso nella stalla dove il buon Windy passava l'intera giornata mangiando le nuove balle di fieno e contribuendo così a modo suo al sostentamento della famiglia.

Per far fronte al caro-petrolio che immancabilmente tartassava i poveracci come lui, il GT ideò un complesso sistema di tubature che gli permetteva di cucinare il metano prodotto dal prezioso animale, sapientemente convogliato nella cucina da campo dove Ahia preparava i pasti del Tiranno.

(Oddio, non che fosse gas di prima qualità ma ci si poteva fare tranquillamente l’abitudine; capitava che, quando Ahia accendeva il fornello, zanzare, mosche e piccoli volatili cadevano tramortiti al suolo e nei comuni limitrofi la gente mugugnava sui miasmi delle discariche campane...ma erano dettagli assolutamente trascurabili di fronte al risparmio sulla bolletta).

Sul carretto ritrovarono il Folpetto Aspiratutto® sotto chili e chili di polvere e spazzatura assortita. Aiutato dal fido Anusak il Trifide lo tirò giù e si apprestò a pulirlo, ma Anusak fece uno strano lamento e indicò la sacca raccogli pattume del Folpetto: si muoveva!!!

Si, la sacca si muoveva proprio e si agitava in preda ad una sorta di ballo di San Vito, pareva animata di vita propria ed il Trifide, coraggiosamente, in un solo istante la sganciò dal manico rovesciandone il contenuto al suolo.
Grande fu il loro stupore quando dalla massa di schifezza più disparata videro levarsi su 4 paia di zampine uno strano essere vivente dal vivido colore arancione grosso come un tacchino... un acaro della polvere che, abbandonato per mesi nel sacchetto, era cresciuto a dismisura nutrendosi di ciò che aveva potuto trovare.

Il Trifide si commosse! Da sempre era irresistibilmente attratto da ogni forma di vita animale.

- Che carino! - raccolse una manciata di polvere e la offrì all'animale che gioiosamente la lambì avidamente - guarda Anusak, mangia nella mia mano! Che affettuoso! - poi lo esaminò attentamente e proruppe gaiamente sentenziando - è femmina, la chiamerò Dolly e sarà il mio acaro da guardia!

Tutta l'eccitazione del Bietolo per quell'orrenda mostruosità a noi può apparire incomprensibile ma il Trifide fanciullo, quando in gioventù viveva sul suo lontano pianeta, aveva un cagnolino identico ma proprio identico all'acaro gigantesco ed in colpo solo il nostro romantico polipo rivisse il meraviglioso periodo della propria giovinezza!

- Desideravo da tanto un cagnolino, lui sarà la mia Dolly ed un giorno quando avrò finito di girovagare in cerca del mio amore metterò su casa e Dolly avrà tutto il giardino per se!

E mentre diceva queste parole ebbe una misteriosa visione del suo lontano futuro: una bella casa, un giardino pieno di gente, un amico affaccendato alla graticola con enormi bistecche di chianina e Dolly che quietamente brucava l'erba vicino a lui... il Carciofo sorrise, la visione era chiara: un giorno avrebbe trovato lei che lo aspettava chissà dove e Dolly avrebbe vegliato sulla loro felicità...

 

 (fine della diciottesima puntata)


 


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