La Vita Segreta del Trifide


 

4ª Puntata: lo sbarco in Puglia, il GT trova lavoro



 

L'isolotto del faro come abbiamo detto era a poca distanza dalla costa della Puglia, ma le difficoltà resero il viaggio quasi interminabile.

 

Possiamo quindi stupirci se il Trifide, toccando terra, alzò l'occhio al cielo e agitando i tentacoli elencò tutti i santi del calendario tibetano accompagnandoli uno per uno con roboanti e italianissimi aggettivi?

Certo che no!

 

Dopo una trentina di minuti di santoni e colorite preghiere, il Bietolone riacquistò un contegno dignitoso ma soprattutto un confortante colorito verde.

Alla guida della strana comitiva di profughi e incurante della folla di bagnanti che li circondavano incuriositi, fece cenno ai domestici di seguirlo in rigorosa fila indiana...ma immediatamente un milite della benemerita dell'Ufficio Immigrazione li bloccò con piglio autoritario e, con inconfondibile accento pugliese, intimò loro:

"Dove volete andere, seguiteme al chempo profughe"


Tra bestemmie in tibetano, trifidese e pugliese ci vollero ore per chiarire l'imbarazzante equivoco ma ancora una volta Windy, spazientito, risolse da par suo il grave problema!
Una bruciante folata e l'allarme antiaereo risuonò agghiacciante nell'area delle operazioni, al grido di
  "i' ghès, i' ghès nervine, scappète!"  tutti i militi fuggirono correndo all'impazzata lasciando il Trifide e il suo strampalato equipaggio padroni della situazione.


I quattro si misero senza indugio in marcia per Brindisi dove il Bietolo doveva riscuotere il compenso per il duro lavoro al faro.
Lì giunti si recò all'
economèto (così come l'ufficio era chiamato dai villici) e poté ottenere il sospirato peculio, una somma favolosa per l'epoca:  quasi due milioni di lire per sei mesi di lavoro! Ricevette dal direttore un modulo con cui presentarsi alla cassa e ritirare i contanti.

Per il misero quartetto finalmente si schiudevano le porte del benessere e della prosperità, fecero ambiziosi progetti ma ad un certo punto il GT adocchiò una parolina dallo sconosciuto significato sulla cedolina che il direttore gli aveva consegnato.

La parolina scritta in piccolo diceva semplicemente: LORDI

Domandò spiegazioni al cassiere dell'Ufficio Economato che spiegò trattarsi di un meccanismo fiscale che decurtava una certa quota dello stipendio a favore di istituzioni pubbliche; apprese quindi che, fatte salve le doverose trattenute per: chese popoleri, ive, irpeffe, fondo nezionele guerdieni dei feri, bustarelle per sindeche e assesseri,  casse di previdenze per mafiose bisogneuse e via dicendo i due milioni di arretrati si sarebbero ridotti alla bellezza di 3.500 lire nette.

Ricevuta la liquidazione il nostro eroe data la fame arretrata la trasformò a quel punto in tre panini e un salsiccione misto suino e carne di cane che i tre affamati divorarono seduta stante.

Lo yak invece, disdegnando la carne di cane e pur essendo vegetariano, divorò direttore e cassiere, con appetito e malcelata soddisfazione tra le grida di esultanza dei paesani in fila all'ufficio

Di nuovo in bolletta, il Trifide cercò nuovi mezzi di sostentamento per se e i suoi inseparabili domestici; Ahia collaborò validamente per la traballante economia del gruppo ed imparò in breve tempo le arti delle laboriose lavandaie pugliesi, ovviamente non dopo qualche piccolo ed inevitabile incidente di percorso sul funzionamento degli strizzapanni a manovella di antichità quasi neolitica...

 

Ma ancora una volta fu il Trifide a trovare un lavoro di grande avvenire: rappresentante porta a porta dell' impareggiabile aspirapolvere "Folpetto" (ndr. solo i Veneti possono capire questa battuta: il "folpetto" è un piccolo polipo bollito servito come aperitivo a Venezia e Treviso ed avendo assonanza con il mitico Folletto l'aspirapolvere si prestava bene alla storia, comunque non tutti sono in grado di capire tutto...)  l'unico in grado di fornire grandi e multiple prestazioni in un colpo solo: lavare, asciugare, aspirare la polvere, lucidare il parquet, battere i tappeti, pulire i vetri e tutto in un solo attrezzo, indispensabile in una casa moderna, facilmente occultabile in un garage e del modesto peso di soli 145 kg... il GT ne prese 15 in conto vendita.
Il fido yak Windy lottò in modo estenuante per evitare il tremendo carico ma alla fine, domo, seguì i tre sulla strada dei monti.
Il geniale Trifide aveva subito compreso che il prezioso elettrodomestico avrebbe fruttato vendite più sicure nei piccoli centri, nelle comunità montane dove i prodigi della tecnica sono ancora privilegio di pochi.
La città, anche se invitante, aveva poco da offrire al nostro astuto rappresentante e lui incrollabilmente fiducioso in uno sfolgorante avvenire si diresse istintivamente verso Bitonto,  una piccola ma moderna cittadina dell'entroterra pugliese e dal nome misteriosamente evocativo... un nome che era un richiamo irresistibile...
Il cammino fu periglioso e duro ma alla fine, anche se occorrerebbe il canto di un aedo, il verso ammaliante di un Omero per descrivere la lunga marcia dei nostri eroi,  gli audaci giunsero alfine in vista delle antiche mura Bitontine.

(fine della quarta puntata)


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