Manutenzione Atik 383L e test successivo.

 

 

Aggiornamento del 15 Novembre 2012

A distanza di un anno ed un uso intensivo del CCD è apparso qualche piccolo difetto nella pulizia del sensore, dovuto al probabile distacco di qualche particella dalle pastiglie di essiccante o altro.

L'immagine che descrive il difetto è questa, ricavata dall'esecuzione dei flat in H-alpha a -20°C. L'immagine è stata elaborata con stretch logaritmico per evidenziare il problema, la vignettatura è dovuta all'uso del filto H-alpha.

 

Sono i due punti neri più evidenti che vorrei eliminare, anche se l'uso dei flat riduce moltissimo i difetti.

Ho contattato Vince (Atik UK) per avere delle informazioni e mi ha inviato un file per la pulizia del sensore, da usare comunque con le dovute cautele!

Eccolo qua la procedura. Appena possibile proverò, con le condizioni adatte (ambiente pulito e umidità molto bassa).

 

 

 

10 Dicembre 2011

Dopo la soluzione positiva al problema della formazione di ghiaccio sul sensore, dopo un mese è apparso dello sporco sulla parte destra del sensore, alcune macchie scure indipendenti dalla temperatura.

Dopo aver sentito il mio solito contatto in Atik (Steve Sanders), ho fatto la conoscenza con un altro tecnico, Vince Baygrave, più esperto di HW.

La prima idea è stata di farmi dare le istruzioni di smontaggio del sensore poi, dopo aver accennato al problema del raffreddamento noto fin dall'inizio, ho preferito spedire tutto alla sede inglese, a Norwich.

 

Questa è un'immagine esplicative del problema, evidenziata durante la ripresa di un flat con filtro L @ Tsens=0°C.

 

La prima ipotesi è stata relativa ad una fuoriuscita della pasta termoconduttiva fra la cella di Peltier ed il sensore, cosa che aveva già un precedente in Atik. Questo poteva essere ricollegabile all'ulteriore riduzione della capacità di raffreddamento, tale da portare attualmente il delta massimo tra ambiente e sensore a -28°C, molto meno delle specifiche iniziali (-38°C a regime), anche se la seconda serie (design dal 2011) ha un capacità di raffreddamento un po' inferiore (Steve parla di -34/35°C). Questo per garantire uno stress minore al sensore. oltre a rampe di discesa e risalita più dolci.

 

La cosa positiva è che il laboratorio inglese aveva tutti i pezzi necessari per la manutenzione: cella di Peltier nuova, pasta termoconduttiva e pulizia del sensore.

La promessa era di una settimana di tempo d'intervento.

Be'... le cose sono andate meglio ancora! Ho spedito la camera venerdì 2 Dicembre ed venerdì 9 prima di mezzogiorno era già arrivata! Andata e ritorno Rivoli-Norwich.

 

Ho fatto subito i primi test di temperatura e, visto che c'ero, di assorbimento di corrente.

Questi i risultati:

 

Temperatura ambiente = 7.7°C

Temperatura sensore a riposo = 9.0°C

Corrente assorbita a riposo = 0.3A @ 13.8Vcc

 

Minima temperatura sensore = - 28.4°C

Corrente assorbita massima = 2.0A @13.8Vcc

 

Differenziale massimo = -36.1°C

 

La temperatura risale un po' (di circa 1.5°C) dopo qualche minuto di funzionamento al massimo raffreddamento, dovuto al riscaldamento dell'elettronica, come previsto.

Il differenziale massimo è quindi in linea con le informazioni ricevute.

Ovviamente non è conveniente far lavorare il CCD in queste condizioni, quindi ritengo che -30°C rispetto all'ambiente siano un giusto compromesso.

 

Ho anticipato il test di pulizia del sensore, fatto in casa senza ottica, anche se c'è vignettatura sugli angoli per l'illuminazione non uniforme.

Comunque è esplicativo della situazione, la temperatura del sensore è 0°C. ADU=35.000

 

Senza macchie! Assolutamente immacolato. Vediamo quanto dura.

Thanks Atik.